sabato 4 gennaio 2014

Alle mie spalle

AVVERTENZE: RICORDATEVI CHE HO UN PROBLEMA NEL METTERE GLI ACCENTI, PER QUESTO USO SOLO APOSTROFI.

Se mi guardo indietro mi dico che in fondo, di passi avanti ne ho fatti.
Mi vergogno, però, a ripercorrere nella mia mente ciò che mi sono lasciata alle spalle.

Uscita dalla mia fase anoressica, 18kg fa, i miei controllavano che io mangiassi.
E io mangiavo ma a volte, la mia bulimia era tale che dicevo di non aver mangiato, per ingurgitare altro cibo.
Poi tornavo a casa e mi abbuffavo, di nuovo.
Ricordo le mie notti solitarie, in vacanza, in cui ero in grado di mangiare qualsiasi cosa... dovevo alternare dolce e salato, dolce e salato, dolce e salato.

I dolci non c'erano...almeno non quelli di mio gradimento e quindi io sono arrivata a intingere brioches nel miele.
Pane e marmellata.
Gassosa.

E se nemmeno questo c'era allora continuavo con il salato.
Pane e salame, pane duro, pane secco, pane stantio... era uguale.
Bella la mia estate.
Per concludere latte e cereali in quantita'.

Mi sdraiavo sul letto e guardavo le varie star televisive che di certo non stavano ingrassando come me, che di certo non mangiavano fino a scoppiare letteralmente.
E mi sentivo in colpa.

Ma ancora non conoscevo il vomito auto-indotto.
Ingrassavo e basta, lievitavo.
Credo di aver messo su una cosa come 8 kg in 1 mese.
Raccapricciante.

Eppure la' mi sentivo una regina, perche' tutti i ragazzi del paese mi corteggiavano... MAH.
Attribuisco l'avento al fatto che mi avevano conosciuta 8kg prima ed essendo uomini non si erano accorti della mia lievitazione, si, proprio come quella del panettone.
Ma chi se ne frega, comunque.

Lo schifo non e' finito.
La bulimia disperata ma senza vomito non mi ha abbandonata per tutto il liceo, tra digiuni spietati e abbuffate da record.
Ingurgitavo pizze semi surgelate,cenavo 2 o 3 volte, pasta nel pieno della notte, cereali special K con il sale in assenza di patatine... ancora non mi era venuto in mente di fare il pieno al supermercato.

Poi invece si, ma mi abbuffavo a risparmio.
Grandi confezioni di patatine, surrogati di nutella, e Lidl, sempre Lidl.
O Todis.

Il primo anno universitario denominato da me "La grande depressione" e' stato il peggio del peggio... un bisogno compulsivo di dolci.
E poi il vomito, ovviamente, anche se, al solito, raramente.
I miei erano separati ma con case vicine, io aspettavo che mia madre uscisse ed entravo a fare razzia, razzia bulimica.

Sono stata in grado di ingozzarmi anche a casa di un mio amico, si.
Una volta abbiamo mangiato da Mc Donald's e poi a casa sua mi sono chiusa in bagno a rimettere... lui mi ha chiesto "Ma hai vomitato? A me puoi dirlo, non mi arrabbio"
Io: "No no"
Lui: "Sei sicura? Hai gli occhi lucidi.."
Io: " No no ma che scherzi? Sara' che ho il raffreddore".

Anni dopo mi sono scusata...io prima o poi mi scuso di tutto, non e' strano?
E' come se prendessi coscienza delle cose anche anni dopo e a quel punto se non mi scuso non posso stare serena...

Con il tempo sono migliorata, piano piano, con tanta volonta' (dote che non mi appartiene, solitamente).
Certe cose non le faccio piu' ma mi vergogno come un cane a raccontare episodi del genere.. eppure non dovrei vergognarmi, non ero io, era la mia malattia a comandare.

Da quattro giorni siamo nel 2014.
Il 2013 e' stato un anno coraggioso, con la forza della disperazione ho creduto di poterne uscire e ci credo ancora.

Sono molto piu' sicura di me e nel nuovo anno voglio migliorare ancora.
Voglio lasciarmi alle spalle la vecchia, bulimica me e ritrovare sotto le macerie quello che sono veramente, quello che sarei sempre stata se la malattia non mi avesse catturata.

Il cibo e' stato un dolce conforto, un amico di infanzia, un ricostituente.
La malattia, in qualche modo, ci aiuta.
Nel suo modo traditore e subdolo, certo, ma in quel momento e' tutto cio' che abbiamo.

Delle persone decidono di conviverci tutta la vita, un po' a me e un po' a te.
Io ho di meglio da fare che scendere a patti con una cosa che puo' uccidermi e che ha turbato gran parte della mia esistenza.

C'e' chi sostiene che dai disturbi alimentari non si guarisce mai... bene, io guariro'.
Non ci proverei nemmeno se sapessi che il massimo che posso ottenere e' un compromesso.

Io odio i compromessi.
O tutto o niente.

E mi prendero' tutto.

Buon lavoro ragazze/i.. potete farcela, puntate al massimo... mai al minimo.
Il minimo lasciamolo agli altri, noi partiamo dalla vetta.

P.s. E voi, cosa volete lasciarvi alle spalle?

3 commenti:

  1. Bel racconto. Coraggiosa. La tua forza, come sempre, traspare dalle tue parole vive. Ti sono vicina lo sai e a tratti leggendoti ci vedo molto simili...anche se abbiamo problemi e caratteri cosi diversi. Grazie per aver condiviso la tua storia cosi sinceramente. Un bacio

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  2. Ah! Io alle spalle voglio lasciarmi l'insicurezza che continua a farmi credere che non riesco in nulla.

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    1. Grazie delle tue aFfettuose parole e della tua vicinanza,anche io credo che abbiamo cose simili come il misto di forza e fragilità.
      So cosa significa credere di non farcela in niente..vedere tutto nero...ma il punto è che non c'è mai un solo colore, nel bene e nel male e devi trovare in te il desiderio e la rabbia di uscire dalla gabbia infernale.
      Un grosso abbraccio.

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