Ho sempre un retropensiero sporco: quello di vomitare.
Mi dico "questa cosa non ci metteresti niente a vomitarla" oppure "hai mangiato troppo ma se vomiti rimedi e poi tutto torna a posto"...."se vomiti dimagrisci più rapidamente"....
Si peccato che crepo.
Ho iniziato a vomitare il giorno del mio compleanno, compivo 18anni.
Se guardo le foto di allora mi vedo bella, ero molto piu' magra.
Eppure mi sentivo grassa per lo meno quanto adesso, se non di piu'.
Mi scoppiarono tutti i capillari in faccia ma finalmente cel'avevo fatta...ci avevo provato piu' di una volta ma non ci ero riuscita...e invece quel giorno...puff...avevo vomitato.
Adesso anche io avevo qualcosa di serio (evviva).
Ripenso con molta maliconia alla me passata...anche con molto affetto pero'.
Io vado da una psicologa come sapete, le racconto i miei sogni a volte.
Settimane fa le ho narrato questo: Ero in un atelier di moda e ovviamente mi sentivo a disagio.
Ad un tratto vedo la mia amatissima gatta (morta da qualche mese), e' viva e io sono contenta, l'accarezzo ma allo stesso tempo noto con dispiacere quanto sia deperita, quanto sia cambiata, quanto sia malata... le accarezzo il muso e sussurro, con un tono triste e rassegnato: "quanto sei cambiata con la malattia".
Poi il sogno continua ma la parte che mi ha colpito e' questa in quanto la mia psicologa mi ha detto che in realta' la gattina malata e' il mio lato malato, il lato profondamente cambiato con il mio disturbo,mentre l'altra parte sono io che mi consolo, mi accarezzo e mi comprendo e dico, alla micia malata, alla ME malata: "quanto sei cambiata con la malattia''.
Dopo che ha detto queste cose sono scoppiata a piangere...odio piangere davanti agli altri.
Tante cose non le racconto alla psicologa per evitare il pianto... nessuno deve vedermi piangere, mi getta in uno stato di profondo imbarazzo e piango ancora di piu'.
Eppure, in questi ultimi mesi, specialmente quest'estate l'ho fatto eccome...davanti a lei spesso, e non solo.
Ogni volta che piango mi dice "Pianga, si sfoghi, qui puo' permettersi di farlo".
Oppure "Le lacrime sciolgono i nodi dell'anima".
Secondo voi cosa vuol dire?
Stasera sono un po' triste.
Penso a tutti gli anni buttati, a tutto quello che sono stata in grado di fare e di farmi.
Senza riuscire a smettere, senza avere la minima compassione per me stessa.
Solo durezza e rabbia.
E ora, forse sono diversa?
Credo di no.
Verso di me e i miei errori c'e' il solito disprezzo e la solita, acre condanna.
Molte volte ho pensato di soffocare mentre vomitavo.
A volte ho pianto, prima di farlo e mentre lo facevo... "sconfitta".
A volte ho pianto mentre mi abbuffavo, cadevano lacrime, rotolavano giu' fin dentro al gelato, inzuppavano il panino, inzuppavano la mia vita di acqua e sale.
"Che ragazza triste'', avrei pensato, se avessi visto qualcuno mangiare un gelato con tanta disperazione.
E ancora non smetto...sono migliorata? Direi di si ma stasera vedo tutto nero.
Nero nero nero.
Tutto mi sembra stato inutile...sono ancora grassa, mi dico, quindi non e' servito a niente.
Vorrei tanto sapermi perdonare.
Non darmi tutta la colpa.
Guardare oltre il grasso.
Mi guardo allo specchio e mi vedo enormemente grassa, brutta, con dei capelli di merda che non mi piacciono mai, mi sembrano pochi e flosci.
Le occhiaie.
A 18 anni non ero cosi'...sara' la vecchiaia?
Boh.
Mi sento sporca, grassa e sfatta.
Evito gli specchi come la peste.
Ma ci sono donne come me o magari piu' abbondanti che riescono pure a piacersi...
Io non capisco come un uomo possa essere attratto da me.
Non ci arrivo proprio.
Ah si, sono tutti stupidi ecco perche'.
Dico....il mio corpo fa vomitare...ultimamente anche la mia faccia e i miei capelli.
Eppure cazzo io non sono solo questo, nessuno di noi lo e'.
Chi se ne importa se ho qualche kg in piu'....certo, potrei fregarmene e invece NO, e' la pietra angolare dei miei pensieri da quando sono nata.
Vorrei piangere e urlare e liberarmi da tutto questo...Perche' proprio a me?
Ma non posso liberarmi, potrei solo farlo uccidendomi e allora ucciderei la me malata ma anche quella sana.
Quella che vuole vivere e combattere.
E cosa resterebbe di me?
Soltanto questo,
Polvere e acqua,
cenere e sangue.