venerdì 6 dicembre 2013

Il natale

Si avvicina il natale ed io, notoriamente, odio questo periodo dell'anno esattamente come ho odiato le domeniche, il primo maggio, il 25 aprile e ogni ponte o giorno di festa che lo stato italiano ha istituito. 
Sono nata e cresciuta in una famiglia infelice e cattiva, cattiva non con gli altri ma dentro, amara, aspra, cinica. Cattiva con i suoi componenti, cattiva anche con me.
Ogni giorno di festa rappresentava la follia: mio padre che tentava di riposarsi, stava chiuso in camera a guardare le partite o comunque per i fatti suoi, mia madre invece era preda delle pulizie di fondo che sono state un incubo e un tormento per me e gli altri. Urla, perché "solo lei metteva a posto in questa casa", urla perché "c'è la polvere, la donna delle pulizie non fa niente", urla perché "questa casa è troppo grande e io non ho nessun aiuto". 
Urla urla urla.
Isterismo. 
Urla. 
Credo di odiare le persone con un tono di voce stridulo perché sono stata shockata da mia madre. 
Poi c'erano i pranzi della domenica insieme, non si mangiava niente di speciale, il piatto principale era la pesantezza e tensione generale, mio padre che sparlava borbottando di qualsiasi cosa facesse mia madre e mia madre che con i suoi gesti a scatti, isterici, i suoi musi lunghi, contribuiva a intossicare la giornata già sufficientemente schifosa. Immaginatevi tutto questo ripetuto per tutte le festività:chiunque scapperebbe a gambe levate ma io non posso, ovviamente. 
So che alcune di voi possono capirmi meglio di altri e mi dispiace perché questo significa che avete sofferto e soffrite come me. Chi ha una famiglia solida certe cose non può nemmeno immaginarsele, buon per loro. 
Adesso, mentre scrivo, è notte fonda e non lo sto facendo su questo blog ma sul mio promemoria del telefono, non potevo aspettare ulteriormente per sfogarmi. Anzi,ho atteso troppo, se non posso più nemmeno parlare, se mi auto-censuro da sola allora come posso continuare a tenere duro? A conservare un minimo le apparenze, anche verso di me.
Dirò cose che non potrei mai pronunciare di fronte a qualcuna delle mie conoscenze perché la gente non ha voglia di ascoltare e fa solo discorsi stupidi e superficiali, parlano di scarpe-trucco-vestiti e programmi tv. 
Sparlano di quelle che dovrebbero essere le loro amiche. 
Vengono da famiglie solide, grandi, hanno soldi, hanno tutte le carte in regola per vivere un'esistenza tranquilla. Ecco io non sono tranquilla, io sono incazzata e vivo nel perenne senso di colpa, forse non dirò quanto peso e quanto sono alta, non manderò mie foto e non dirò il mio nome o il nome della mia città ma sappiate che qui dentro sarò onesta al 100% e voi tutte o nessuna sarete le mie ascoltatrici. 
Anche io leggerò le vostre storie e se avrò da dire qualcosa di utile parlerò ma non aspettatevi commenti del tipo "tesoro sono con te, ti capisco" o "so che sei forte cucciola" perché io non scrivo tanto per scrivere, non consiglio tanto per consigliare e non apro bocca per dargli fiato...sarò sincera come spero lo sarete voi con me e vi starò vicina, non con una parolina stucchevole e banale ma lasciandovi un pezzo di me.

6 commenti:

  1. Ho letto la tua situazione in famiglia e l'ho rivissuta paragonandola alla mia mia. Mi ha rattristato molto e colpito particolarmente. ciao da Nila.
    Mi piacerebbe iscrivermi al tuo blog ma non trovo il modo di poterlo fare. Manca il link.

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    1. Ciao,grazie per il tuo commento...mi dispiace che stai messa come me.
      Non c'è il link per adesso perchè essendo dal cellulare nemmeno questo mi fa mettere ma appena potrò collegarmi dal pc ci sarà,comunque non ti preoccupare intanto io ti seguo!Ciao!

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  2. Ciao! purtroppo anche io ti capisco...per me era l'odio dei weekend, mio padre lavorava in trasferta, e tornava a casa solo due o tre giorni ogni due settimane (quando ero fortunata)...e io e mia mamma ne odiavamo ogni secondo.
    "Fortunatamente" ora sono separati, ed è un mese che da me lui non si fa proprio vedere...

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    1. Mi dispiace..."almeno" i tuoi si sono separati mentre i miei mi hanno rovinato tutta la durata della mia esistenza e ora non saprei nemmeno definire la situazione

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  3. Mi sembra di aver letto la storia della mia famiglia e delle mie schifosissime giornate di festa.

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    1. Mi dispiace... e questo era solo un accenno, potremmo dire molto di più entrambe immagino.

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